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Un italiano a Buenos Aires

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Un italiano a Buenos Aires

Oggi su SenzaZucchero uno speciale approfondimento in esclusiva per i nostri lettori.

Qui di seguito, la traduzione dell’interessante reportage apparso sul quotidiano “La Nación” sulla Semana de Editores, scritto da Fabiana Scherer (tradotto per noi da C.A. Montalto che vi ha partecipato come traduttore ospite).

***

Un’occasione, la Semana de Editores, per entrare in contatto con il panorama editoriale argentino e creare una rete di contatti con realtà editoriali di tutto il mondo. Un’esperienza utile, formativa e affascinante, che mi ha permesso di scoprire da vicino un universo dapprima amato a distanza” (C.A.M.)

Dal quotidiano argentino “La Nación” del 12 giugno 2016.

A caccia del talento letterario argentino

Come lavorano e che cosa cercano gli scout delle case editrici straniere, che aguzzano il fiuto per rintracciare materiale originale e ardito, e chi sono oggi gli scrittori argentini più osservati per essere tradotti e pubblicati nel mondo.

di Fabiana Scherer

Traduzione di Carlo Alberto Montalto

“Siamo le spie del mondo dei libri”, ha affermato una volta la nota scout editoriale Bettina Schrewe che lavora da New York con gli occhi puntati su 17 paesi. Nella maggior parte dei casi, questi cacciatori di tesori letterari lavorano per grandi case editrici con l’obiettivo di individuare, il prima possibile, futuri successi e tendenze.

C’è chi parla di loro addirittura come cacciatori di talenti, uomini e donne dal fiuto sopraffino, paragonabili ai talent scout di Hollywood o dei grandi club sportivi. Nel mercato editoriale c’è chi aguzza il fiuto per rintracciare una letteratura diversa, quella che in genere “si cucina” nelle casi editrici indipendenti e, così come spiega l’editore di Mardulce, Damián Tabarovsky: “Esiste un gruppo di editori stranieri che insistono sulla ricerca di una letteratura very typical, scavando nell’eredità lasciata dal Boom, nelle tematiche politiche, oppure andando a scovare un certo stile di letteratura internazionale in lingua spagnola. Di solito, buona parte degli agenti letterari e delle grandi istituzioni del mercato editoriale in lingua spagnola (i grandi premi, le multinazionali, ecc.) danno la priorità a questo tipo di prodotto il quale, si presuppone, può essere tradotto per un pubblico mainstream. Ma esiste un secondo genere di editoria straniera, in grande crescita e ben attenta al fior fiore della narrativa argentina contemporanea, che si addentra in un’area di rischio e innovazione per prediligere lo stile e la sintassi. Il fatto che un autore come César Aira, le cui cifre di vendita sono tutt’altro che grandiose, venga tradotto in oltre quindici lingue, ne è la prova lampante. Il fatto che un grande editore come il francese Gallimard abbia acquisito i diritti di un libro di Hernán Ronsino, o Rizzoli uno di Selva Almada, per non parlare del ricco catalogo di autori argentini di cui dispone la prestigiosa casa editrice francese Christian Bourgois, sono tutti indizi di una crescente attenzione verso le letterature più interessanti”.

Durante l’ultima edizione della Fiera Internazionale del Libro di Buenos Aires, si è svolta la XIV Semana de Editores, organizzata dalla Fondazione TyPA, nel corso della quale si sono incontrati agenti letterari, editori e scout provenienti da Stati Uniti, Danimarca, Brasile, Germania, Grecia, Inghilterra, Francia e Italia. L’obiettivo? Presentare e approfondire la produzione editoriale del proprio paese. “Promuovere la pubblicazione di scrittori argentini all’estero,” come ha spiegato Victoria Rodríguez Lacrouts, responsabile dell’area letteraria TyPA. “È importante conoscere il maggior numero possibile di marchi editoriali, grandi e piccoli, nonché offrire il quadro più completo possibile dell’attuale status della letteratura argentina. Oggi come oggi, l’ago dell’entusiasmo pende soprattutto dalla parte delle case editrici più piccole, il che lo si può notare dal modo in cui esse presentano i loro autori. Le grandi case editrici si possono incontrare alla Fiera di Francoforte, ce ne sono poi molte che sono meravigliose ma che non si spostano oltre i propri confini. Per poterle conoscere, esistono appositi programmi come il nostro”.

Come riconosce Leonora Djament, direttrice editoriale di Eterna Cadencia, non esiste una formula per far sì che uno scrittore venga tradotto continuativamente. “Ciò che serve innanzitutto è trasmettere entusiasmo e convinzione. Iniziative come quelle della Fondazione TyPA, con Gabriela Adamo ai suoi albori e con Victoria Rodríguez Lacrouts oggi, sono dunque fondamentali per conoscere la produzione letteraria argentina nel mondo. Il programma della Fondazione TyPA ha inoltre contribuito alla creazione di una rete di contatti che ruotano attorno alla narrativa del nostro paese”.

Ciò che più richiama l’attenzione di Victoria Rodríguez Lacrouts è l’entusiasmo di editori, traduttori e scout nei riguardi della letteratura argentina. “Al momento di arrivare qui a Buenos Aires, nessuno di loro è una tabula rasa. Tutti hanno già un’idea di base della dimensione letteraria argentina. Mi sorprende inoltre conoscere progetti editoriali piccolissimi, autogestiti, ma totalmente incentrati sulla letteratura latinoamericana, come la svedese Boca, gestita da un’eccellente traduttrice, Hanna Axxen, oppure la danese Skjødt Forlag”.

Ed è a questo punto, giustamente, che Camila Skjødt esterna il suo entusiasmo per aver conosciuto numerose case editrici indipendenti durante il soggiorno a Buenos Aires. “È importante scoprire queste case editrici che danno voce ad autori più letterari. Sono realtà che vanno affermandosi anche in Europa, sono molto piccole e ricercano una tipologia particolare di autori”, afferma la danese, laureata in Lettere e specializzata in Lingua Spagnola, che ha lavorato per anni come traduttrice per diverse case editrici danesi fino a fondare la propria nel 2006. Camila, ex giocatrice di pallamano giunta a gareggiare in un mondiale giovanile, ha pubblicato autori quali l’argentino Pablo de Santis, lo spagnolo Rafael Reig, il cileno Alejandro Zambra e la messicana Elena Garro. “Quest’anno – annuncia con orgoglio – pubblicheremo Rayuela di Julio Cortázar, per la prima volta in danese, e la Trilogía involuntaria dell’uruguaiano Mario Levrero”. Alla fine del suo intervento, confessa che tornerà in Danimarca portando nel cuore i titoli di Mardulce e di Eterna Cadencia. Conclude dicendo: “Selva Almada e Ariana Harwicz sono due autrici che hanno richiamato molto la mia attenzione, così come Mariana Enríquez”.

Già nell’ultima Fiera di Francoforte, la scrittrice e giornalista Mariana Enríquez aveva suscitato un notevole interesse. Katie Raissain, fondatrice della rivista di arte e letteratura Stonecutter Journal ed editrice di Grove Atlantic Inc, pone in evidenza l’opera della Enríquez e della Almada, di Sylvia Molloy e di Ricardo Romero. “La concorrenza nel mercato statunitense è molto alta, esiste tuttavia una differenza tra i best seller e le altre ricerche letterarie. Gli autori argentini detengono una forte tradizione, sono stati maestri di grandi scrittori, rappresentano un punto di riferimento. Per far fronte a un universo così competitivo, è importante lavorare con ciascun libro e con ciascun autore, affinché possano essere conosciuti e generare interesse. All’interno del nostro mercato editoriale sono ben entrati in circolo Mariana Enríquez e César Aira. A gennaio,” anticipa “lanceremo una collana dedicata ad Alejandra Pizarnik”.

Leonora Djament di Eterna Cadencia conviene su questa idea secondo cui ogni libro dev’essere lavorato a sé. “Perché ciascun libro è un universo differente, una lingua differente, ragion per cui occorre riflettere su quale sia l’editore straniero più idoneo ad accogliere e occuparsi di ciascuno di questi mondi. Reputiamo fondamentale che i nostri autori vengano tradotti, sostanzialmente perché la letteratura è questo: circolazione di testi, parole, personaggi, territori”.

Dal canto suo, il direttore editoriale di Adriana Hidalgo, Fabián Lebenglik, riconosce l’importanza delle figure dell’agente, dello scout e del traduttore, affinché un’opera giunga all’estero. “Alle loro figure è necessario aggiungere quella dell’editore e dell’autore stesso. Di uguale importanza sono i finanziamenti agli editori stranieri per le traduzioni in altre lingue, come quelli concessi dal Programma Sur”.

Nel 2009 è stato inaugurato il Programma Sur, a sostegno delle traduzioni di opere argentine in ogni lingua attraverso finanziamenti agli editori stranieri. Il programma è stato dichiarato “politica permanente” del Ministero della Cultura e degli Affari Esteri mediante la Risoluzione Ministeriale 73 del 2011. Con tale strumento, l’Argentina è andata ad aggiungersi alla stretta cerchia di paesi aventi programmi di finanziamento attivi. “In poco tempo è diventato, da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo, il programma più importante tra quelli presenti nei paesi ispanofoni,” segnala Diego Lorenzo, responsabile del programma. “Un grande merito del programma degno di nota è quello di aver consolidato il commercio e l’esportazione dei diritti di opere argentine come strategia indispensabile in un contesto mondiale sempre più competitivo e globalizzato. Finora (un caso senza precedenti nell’ambito delle traduzioni di opere argentine) sono stati finanziati 1.060 testi di oltre 380 autori in 46 paesi e 40 lingue. Cortázar, Borges, Bioy Casares, Claudia Piñeiro, Rafael Spregelburd, Alan Pauls, Lucía Puenzo, Mempo Giardinelli, Liliana Bodoc, Ernesto Sabato, Sergio Bizzio, Samanta Schweblin, Liniers, Eduardo Sacheri e Pablo De Santis sono alcuni tra gli autori maggiormente tradotti”.

Lorenzo aggiunge che “bisogna considerare che a livello locale il Programma Sur, mediante i finanziamenti, svolge un importante ruolo di facilitatore per i titoli dei piccoli e medi editori e di quegli autori non ancora localmente consacrati, nella prospettiva di una serialità: la prima traduzione è la più difficile da ottenere, diventa più semplice per la seconda e le successive”.

È risaputo che sono sempre di più i traduttori che fanno anche da scout. In molti casi le loro opinioni risultano più influenti di quelle degli agenti letterari stessi. “Siamo lettori forti,” assicura l’italiano Carlo Alberto Montalto, traduttore e collaboratore di Del Vecchio Editore, “mi identifico come un ricercatore meticoloso, mi piace indagare, scoprire nuove voci. Ma ciò che più di tutto mi intriga è la scoperta di un autore che, oltre a essere nuovo, non sia convenzionale, che sia in grado di andare oltre i cliché e le regole, proponendo uno stile peculiare e singolare. Mi è anche capitato di imbattermi nella traduzione di autori più classici, ma non così conosciuti nei loro paesi di origine, come il messicano Daniel Sada o il cileno Juan Emar, ribattezzato ‘il Kafka cileno’ da Pablo Neruda”.

Questa intensa ricerca, però, non sempre trova un appagamento immediato. “Possiamo essere convintissimi di ciò che abbiamo tra le mani, eppure i tempi delle case editrici sono spesso tiranni, nonostante esistano dei programmi di finanziamento”.

Ogni parola di Montalto viene condivisa da Elmira Myresioti Aliverti, che dal 2012 è co-proprietaria della casa editrice greca Opera, specializzata in traduzioni di autori ispanofoni. “In Grecia c’è un notevole interesse per gli autori argentini. Forse per via del loro temperamento (che è quello di un intero popolo) e la capacità di coinvolgere attraverso ciò che raccontano (non solo tramite fiction). Si registra oggi un certo avvicinamento alle tematiche politiche ed economiche. Noi greci ne condividiamo alcuni aspetti”.

La sfida delle case editrici consiste nel far sì che i loro autori siano e continuino a essere tradotti. “La riuscita dipende da un lavoro costante, soprattutto internazionale,” aggiunge Lebenglik. “L’ambito letterario è assai frammentato ed esistono molti canali attraverso i quali gli editori stranieri possono conoscere autori del nostro paese. Loro conoscono bene i propri mercati e ciò che cercano varia in base al paese e al tipo di casa editrice: qualità letteraria, letteratura di genere, trame interessanti, aspetti politici… Si tratta di un repertorio variegato. Gli editori agiscono anche per contagio: il fatto che un autore venga tradotto in una data lingua risuona molte volte, per un editore di un’altra lingua, come indizio da tenere in considerazione. Perché pur essendoci agenti letterari assai validi, il miglior agente per i propri titoli e autori è proprio l’editore, dato che conosce meglio di chiunque altro le ragioni per cui quel libro o quell’autore si trova nel suo catalogo”.

La Semana de Editores, riconosce Victoria Rodríguez Lacroutz, può risultare un tantino caotica. “Una settimana è forse troppo poco tempo per un obiettivo così grande, ed è per questo che si torna nei propri paesi con una marea di nomi e titoli, ma è anche meraviglioso constatare il ripetersi dello stesso nome di un autore in situazioni differenti. Scrittori che per editori, scout e traduttori stanno lentamente trovando una linea di coerenza tra gli stili, il tipo di case editrici che li pubblicano e altro ancora”. Mariana Enríquez, Romina Paula, Silvia Molloy, Ariel Bermani, Oliverio Coelho, Ricardo Romero, Julián López, Jorge Baron Biza, Hernán Ronsino, Gabriela Cabezón Cámara, Luis Sagasti. Nomi che faranno il giro del mondo risuonando in altre lingue. Autori argentini che stanno facendosi spazio in altri angoli del pianeta.

 

la versione originale di quest’articolo è consultabile a questo link

 

 


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